Il Governo si impunta sull’esposizione del cartello del prezzo medio

Non sono bastati i numerosi emendamenti in Commissione, proposti da esponenti delle stesse forze di maggioranza nonché, ovviamente, da esponenti delle forze di opposizione, in merito alle disposizioni contenute nel D.L. “Trasparenza”, né le osservazioni invero assai critiche di Antitrust sul famoso cartello del prezzo medio.

Il Governo ha presentato un proprio emendamento che, in sintesi, ne ripropone l’obbligo negli stessi termini del testo originale, non accogliendo, pertanto, il suggerimento di compromesso della sostituzione con un QR Code.

Inoltre, il regime sanzionatorio è stato aggravato, almeno sul limite più elevato, rispetto alle ipotesi più moderate circolate anche in sede MIMIT.

Un’impuntatura che non si capisce se costituisca un cedimento alle pressioni delle Associazioni dei Consumatori o semplicemente un arroccamento tutto proprio del Governo, che fa nuovamente salire la tensione di una “guerra santa” sulla cui utilità non sussistono dubbi: costoso ed inutile alla stessa tutela del consumatore, dal momento che presenta profili di allineamento su prezzi più alti ed una diminuzione della competizione concorrenziale, punitiva della categoria dei gestori esposta ad una vertenza continua con gli utenti ai quali si suggerisce una sorta di “diritto” al prezzo medio e ad una intensificazione dei rischi sanzionatori già dovuta alla miriade di cartelli e comunicazioni obbligatorie.

Ovviamente non vi è traccia di più severe, pure consigliate, misure (evidentemente si preferisce ai controlli mirati una generica condotta persecutoria) per contrastare le sacche occulte e renitenti in pianta stabile alla registrazione ed alla comunicazione all’Osservaprezzi.

Una posizione assolutamente sconcertante che riattizza pericolosamente un fuoco che era stato appena messo sotto controllo in attesa dell’iter parlamentare del Decreto.

Davvero il Paese ha bisogno proprio di queste cose?

8/02/2023